Enrico Janin - ZECCA DI GENOVA: cambia la dicitura nelle monete genovesi
Da "A Compagna" anno XXVII n.2 Marzo/Aprile 1995 - Art. n.9


ZECCA DI GENOVA: cambia la dicitura nelle monete genovesi

II 1252 è un anno importante per la Zecca genovese: avviene la prima variazione nel tipo monetale, che consiste nel cambiamento della leggenda del diritto: anziché la scritta IANVA vi compare CIVITAS IANVA. Per il resto, nulla di mutato nella tipologia-base delle monete.

Iniziando la rassegna dal nuovo tipo di genovino d'oro, occorre tener presente anche la comparsa (sia al diritto che al rovescio) di sei archetti, posti entro al cerchio perlinato, i quali a loro volta racchiudono le solite raffigurazioni: il Castello al diritto e la Croce al rovescio. Nessuna differenza col tipo precedente per quanto riguarda il diametro (20 mm.) e la solita presenza dei segni di zecca cioè trifogli, anellini, rosette, etc. (Foto n. 1).

Foto 1

La differenza più importante, anche se non la si osserva visivamente, è data però dal fatto che il peso - rispetto alla corrispondente moneta del primo tipo - è nettamente inferiore (gr. 2,60 anziché 3,55 circa) e l'oro non è più puro al 1000 ‰ ma è in lega 958 ‰. Si ipotizza che ciò sia dovuto alla decisione di mantenere al genovino il valore di 8 soldi, che a causa della continua svalutazione sarebbe salito notevolmente, qualora si fossero mantenuti peso e lega come nel primo tipo. Altri pensano ad una necessità dettata da un contingente stato di depressione economica.

È comunque certo il fatto che ciò non contribuì a mantenere inalterato il buon nome che aveva acquisito la moneta genovese sui mercati internazionali: questo portò dopo non molto tempo - come vedremo - all'emissione di un terzo tipo di genovino di peso e lega analoghi a quelli del primo tipo, a loro volta corrispondenti, come già detto, al fiorino di Firenze e allo zecchino veneziano.

Importante moneta battuta in quegli anni è il grosso d'argento, il quale, rispetto ai grossi del tipo IANVA (ricorderete che valevano dapprima 4 e poi 6 denari) ha diametro e peso ben maggiore e cioè mm. 23 e gr. 2,80. Il suo titolo è 910 ‰. Per la svalutazione - cui dobbiamo purtroppo sempre riferirci - esso aumenta di valore più di quanto vorrebbe il semplice aumento di peso: esso non vale cioè circa 12 denari, bensì 24 denari, e cioè due soldi (Foto n. 2). Come il genovino anche il grosso è moneta parecchio rara, molto più difficilmente reperibile dei corrispondenti pezzi del primo tipo.

Foto 2

Ma questo periodo è caratterizzato da un'altra novità: la comparsa di una moneta in mistura, del valore di 6 denari, detta petachina o sesino o mezzo soldo. La denominazione deriva da monete d'oltralpe da un soldo (pataca o patacca) e da mezzo soldo (patachina). Il peso si aggira intorno a 1,3 grammi, il diametro è di circa 19 mm. e il titolo in argento dovrebbe avvicinarsi a 530 ‰.

Questo tipo di moneta fu considerato molto raro dagli esperti, finché nel 1872, a Genova, durante la ricostruzione di una casa nella zona di Via Vallechiara, ne venne ritrovato un notevole quantitativo, assieme a monete dello stesso valore battute a Genova posteriormente (1396 - 1409) durante la signoria del Re di Francia Carlo VI, come vedremo in seguito.

 


Ultimo aggiornamento Nov.2000

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