Enrico Janin - Note su un mezzo cavallotto inedito della Zecca di Genova - Boll. Numis. L.Simonetti Nov.1972
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Foto 1 |
Come è noto, si dà il nome di cavallotto a monete coniate sulla fine del secolo XV e all'inizio del secolo XVI da parecchie Zecche dell'Italia Settentrionale, nelle quali era riprodotto un personaggio a cavallo. Tale denominazione rimase poi a monete anche senza cavallo, tra le quali quelle della Repubblica di Genova, emesse a partire dall'avvento dei Dogi Biennali (1528) in sostituzione dei vecchi grossi, come riferisce il Desimoni (1) "... continuarono a battersi con vario peso e lega, però al valore costante di soldi 4...". Esistono infatti anche monete genovesi da 4 soldi coniate verso la metà del XVIII secolo (le quali portano riprodotto San Giorgio a cavallo mentre trafigge il drago) chiamate comunemente cavallotti: non è di queste però che ci occupiamo qui, bensì dei primi cavallotti senza data, battuti in argento (di solito a titolo intorno ad 850‰) dalla Zecca di Genova fra il 1528 ed il 1553, i quali portano le consuete figurazioni del Castello e della Croce.
Senza scendere a descrizioni particolareggiate che sarebbero inutili, trattandosi di monete molto comuni e ben note alla maggior parte dei collezionisti, ricordiamo solo che si tratta di monete d'argento del peso medio grammi 3,3 (da 3 a 3,5 grammi) le quali portano al diritto, entro cerchio perlinato, il "Castello" genovese; all'esterno la dicitura "DUX ET GUBER. REIP. GEN", variamente abbreviata.
Al rovescio, la Croce entro cerchio perlinato, e all'esterno la solita dicitura "CONRADVS REX ROMANORVM" anch'essa variamente abbreviata e seguita dalle sigle degli zecchieri che (almeno per quanto se ne sa a tutt'oggi) sono le seguenti: AS - BA - BR - IA - II.
Alcuni cavallotti (sono noti finora quelli con sigle IA - II) hanno la scritta del diritto, modificata: prima della parola "REIP" appaiono le lettere "EX" introdotte per dare enfaticamente maggior prestigio alla Repubblica, che diventa "eccellentissima Repubblica". Il Corpus (2) elenca 51 tipi di cavallotti senza data, di cui 38 per così dire normali e 13 con l'EX.
A questi vanno aggiunti i due (uno normale ed uno con l'EX) segnalati dal Pesce (3).
Oltre al cavallotto esiste anche la frazione, di valore e peso dimezzato, il mezzo cavallotto, meno comune dell'intero.
Non era stata segnalata finora l'esistenza di mezzi cavallotti con l'EX: il Corpus riporta infatti 7 tipi di mezzi cavallotti (6 con sigla AS ed uno con la sigla II) ai quali va aggiunto quello (sigla AS) segnalato dal Pesce, anch'esso però senza l'EX).
Scopo di queste note è proprio quello di render nota l'esistenza di un mezzo cavallotto con l'EX. Si tratta di una moneta (in possesso dello scrivente) abbastanza ben conservata, del peso di gr. 1,51 e del diametro di mm. 20,7 che reca le seguenti diciture: D + DVX ET GVB EX REI.P GENV R + CONRADVS REX ROM' IA.
Esaminiamone brevemente le caratteristiche (in rapporto a quelle dei cavallotti e mezzi cavallotti noti) le quali hanno rafforzato la convinzione di trovarci effettivamente di fronte ad un mezzo cavallotto con l'EX.
Peso - gr. 1,51. - II Corpus riporta 2 tipi di mezzi cavallotti e cioè sei con sigle AS (vol. III, pag. 231, n. 114 a 1 19) per i quali riporta i pesi di gr. 1,55 -1,64 - 1,65 - 1,28 - 1,29 - 1,46 (media gr. 1,48) e quello con sigla II (pag. 250, n. 239) per il quale dà il peso di gr. 1,35. D'altra parte il peso normale dei cavallotti è di poco più di 3 grammi, perciò il peso di gr. 1,51 per un mezzo cavallotto è più che accettabile.
Diametro - mm. 20,7. - II Corpus per i mezzi cavallotti con sigle AS dà un diametro di mm. 19, per quello con sigla II dà mm. 20.
Per i cavallotti normali (sigle AS etc.) il Corpus dà diametri di 24 - 23 e 22 mm. mentre per quelli con sigle IA (pag. 247, n. 267) e BA (pag. 233, n. 131) dà un diametro di 25 mm., confermato anche dal Desimoni (op. cit., p. 114). Perciò, se i cavallotti IA sono fra quelli aventi diametro maggiore, sarebbe giustificabile che anche il mezzo cavallotto con sigle IA avesse un diametro un po' maggiore (20,7) rispetto agli altri (20 o 19 mm.).
Diametro del cerchio interno di perline: poiché peso e diametro della moneta sono elementi caratterizzanti ma purtroppo anche parecchio variabili (sia per differenze originarie del tondino che per tosature, usura etc.) il Dott. Pesce mi ha suggerito di prendere in esame anche (o meglio soprattutto) il diametro del cerchio interno di perline, quello cioè che racchiude rispettivamente il Castello al diritto e la Croce al rovescio: tale elemento caratteristico del conio non dovrebbe essere influenzato da fattori "esterni" - come tosatura e usura.
Tale diametro per la moneta in esame è di mm. 13,2 sia al D che al R; per i cavallotti normali (sigle AS etc.) l'esame di parecchi pezzi ha dato diametri compresi fra mm. 14,3 e 14,5, mentre per i cavallotti esaminati con sigle IA si sono trovati diametri compresi fra 16,4-16 mm. al D e 14,9-15 mm. al R e cioè maggiori che negli altri tipi.
Le misure corrispondenti per il cavallotto ed il mezzo cavallotto AS illustrati dal Corpus (tav. X, n. 5 e 6) sono rispettivamente di mm 14,5 e 12,8. La misura di mm. 13,2 è perciò senz'altro accettabile per il mezzo cavallotto.
Per puro caso poi, questo è proprio il valore che si ottiene impostando una proporzione coi valori noti sopra citati e cioè se: 14,5 mm. diametro del cerchio interno del cavallotto AS; 12,8 mm. diametro del cerchio interno del mezzo cavallotto AS; 15 mm. diametro del cerchio interno del cavallotto IA; X mm. diametro del cerchio interno presumibile per un mezzo cavallotto IA si ha:
14,5 : 12,8 = 15 : X da cui:
X = 12,8 × 15 : 14,5 = 13,2
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Ultimo aggiornamento Ago.2005 |
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