Enrico Janin -Zecca di Genova, genovino d'oro primo tipo-
in "La medaglia del III millennio della Banca CARIGE" Dicembre 1999
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Il Genovino d'oro detto "del primo tipo" venne battuto nei primi tempi di attività della zecca di Genova, cioè a partire dal 1139, nel periodo in cui a Genova la forma di governo era quella definita come "Periodo dei Consoli, Podestà e Capitani del Popolo". Notevole nella sua semplicità per l'eleganza e la purezza di stile, è moneta dello stesso peso e titolo del ducato (detto poi zecchino) di Venezia e del fiorino di Firenze, per evidenti ragioni di comune potenza economica e commerciale.
Non è per ora possibile stabilire con esattezza la data precisa della sua prima coniazione, che va comunque posta a cavallo fra la fine del XII e l'inizio del XIII secolo, pochissimo prima del fiorino di Firenze ed alcuni decenni prima dello zecchino veneziano.
Il genovino nacque in pratica contemporaneamente al suo quarto (la "quartarola") e al suo ottavo (l'"ottavino") nati principalmente per semplificare lo scambio di queste monete coi multipli e sottomultipli dei "tarì" d'oro siciliani nei traffici relativi all'acquisto di grano in Sicilia da parte di Genova. Il genovino primo tipo è una moneta d'oro (titolo legale 1000 ‰) del diametro di circa 20 mm, di peso medio di gr. 3,5 e con impresso al diritto il "Castello" genovese a tre torri entro cerchio rigato o perlinato, che porta la dicitura " I.A.N.V.A.".
Al rovescio, Croce entro cerchio rigato o perlinato, con legenda " C V N R A D V S R E X" e come segni di interpunzione anellini o coppie di anellini o pentafogli.
Notare che la parola "CUNRADVS" ricorda Corrado II di Svevia che concesse il permesso a Genova di battere moneta propria.
Esistono esemplari che al diritto, dopo la parola "IANVA" hanno una sigla, o rosetta, o trifoglio, o conchiglia tipo "nicchio", o due foglie, o maschera, o vasetto, o lettera "P", sia in inizio che in fine di legenda. Esistono anche esemplari con uno o più punti sul Castello o attorno ad esso, ed esemplari con "S" capovolta. Croce e delizia dei collezionisti, evidentemente.
Trattasi di moneta parecchio rara, non facile da reperire, il cui valore commerciale varia -evidentemente- con lo stato di conservazione.
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Ultimo aggiornamento Ago.2005 |
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