Enrico Janin - Un "terzo di lira" inedito della zecca di Genova - Da "La Numismatica" Febbraio 1983


Un "terzo di lira" inedito della zecca di Genova

Nel 1719 la monetazione genovese si arricchisce di un nuovo taglio, quello da un terzo di lira. Tale denominazione, che può a prima vista sembrare inconsueta a molti e dare l'impressione di riferirsi a qualcosa di impreciso e approssimato, risulta invece pienamente giustificata ricordando che la lira era divisa in 20 soldi, ciascuno dei quali valeva 12 denari. Dal momento quindi che la lira valeva 240 denari, un terzo di lira era un valore ben definito, e cioè 80 denari, corrispondenti a 6 soldi (ciascuno di 12 denari, per un totale di 72 denari) con l'avanzo di 8 denari.

Ciò è chiaramente espresso sulla moneta, la quale porta al diritto, a sinistra dello stemma, la cifra 6 e a destra la cifra 8. Questo tipo di moneta, che il Corpus Nummorum Italicorum (1) riporta a pag. 457 con tre varianti (numeri 5, 6 e 7) dovute a lievi differenze di interpunzione sulle quali non è il caso di soffermarsi in questa sede, risulta battuta anche nel 1720 (C.N.I. pag. 459, numeri 7, 8 e 9) con le stesse caratteristiche, ma non compare più negli anni successivi (almeno fino al 1745, quando però assume caratteristiche molto diverse, come vedremo).

Si tratta di una moneta in mistura, del diametro di circa 22 millimetri ed un peso che secondo il C.N.I. varia da gr. 2,30 a 2,93 ma che di solito si aggira sui gr. 2,5.



genovino I tipo 'IANVA'
Foto 1

Al diritto, come accennato, porta tra le cifre 6 e 8 lo stemma genovese sormontato dalla corona ("arma coronata in cartocci" o "in cartella" secondo la definizione del C.N.I.) entro cerchio perlinato (interrotto in alto dalla corona) e con la consueta scritta DVX ET GVB REIP GENV con interpunzioni costituite da stelline a cinque punte. Tale scritta è a sua volta racchiusa entro un secondo cerchio perlinato più esterno. Possono essere presenti anche, ma solo al principio o alla fine delle diciture, punti o stelle a sei punte.



ducato di Paolo Campofregoso
Foto 2

Al rovescio, la Vergine su nubi col Bambino e lo scettro (del tipo cioè consueto per le monete genovesi dal 1637 in poi) entro cerchio perlinato, con intorno la solita scritta ET REGE EOS, la data e le sigle di zecca F M S, con le consuete interpunzioni di stelle a 5 o 6 punte. All'esterno, un secondo cerchio perlinato.

Scopo di queste note è di rendere nota l'esistenza di una moneta di questo tipo la quale presenta caratteristiche e data differenti da quelle delle monete descritte sopra e che quindi deve considerarsi del tutto inedita. Nemmeno le note aggiunte di Pesce al C.N.I. per le zecche liguri (2) ne fanno cenno.

La moneta di cui vogliamo fare cenno è un pezzo in mistura del peso di gr. 2,03 e del diametro di mm. 21,5, purtroppo non molto ben conservato, che porta - per fortuna ben visibile - sul rovescio la data 1726 (il C.N.I. sotto tale data registra solo un pezzo da 8 denari) e che manca completamente del cerchio perlinato interno sia al diritto che al rovescio. Si notano invece tracce evidenti del cerchio perlinato esterno al diritto, mentre al rovescio queste sono ben poco visibili probabilmente per l'usura del pezzo o per difetto di battitura. Inoltre, la corona che sovrasta lo stemma è nettamente abbassata e quindi più vicina allo stemma stesso. Gli ornati ai lati dello stemma, vicino alle cifre 6 e 8 sono costituiti da due segmenti curvi e da un punto anziché da un ornato. Altre differenze di minor rilievo, ma che tuttavia si aggiungono alle altre, già descritte e di cui va tenuto il debito conto si riscontrano nelle interpunzioni, come per esempio la presenza di un punto anziché di una stellina dopo la data.

Si accorcia così di sei anni il periodo in cui non vengono più battute dalla zecca genovese monete di questo valore, le quali compaiono nuovamente solo nel 1745 e 1746. Si tratta però di tipi completamente diversi (i cosiddetti "terzi di Madonnina"), i quali si scostano notevolmente da quelli di cui abbiamo parlato non solo per l'aspetto e il soggetto, ma anche per la lega, il peso e le dimensioni.

BIBLIOGRAFIA

  1. Corpus Nummorum Italicorum, Volume III: Liguria, isola di Corsica, Roma 1912.
  2. Pesce G. - "Contributo inedito al C.N.I. per la Zecca di Genova" in "Atti Soc. Lig. St. P., vol. V (n.s.) 1968".

 


Ultimo aggiornamento Ago.2005

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