Enrico Janin - Le monete in Liguria dall'età preromana.
UNIVERSITÀ DELLA TERZA ETÀ - SEDE DI GENOVA
ANNO ACCADEMICO 1994 - 1995 - CORSO DI STORIA LOCALE


Le monete in Liguria dall'età preromana.

1° lezione : dalle origini al 1339

Cenni introduttivi: stretto legame fra monete e storia.

La moneta (dopo millenni di scambi basati sul baratto, sia di bestiame sia di utensili) nacque come tale - cioè pezzo di metallo di determinato peso e lega marchiato dall'autorità emittente - in Asia Minore (Lidia) nel VII sec. A.C. Numismatica è la scienza che studia la storia della moneta nelle caratteristiche, funzioni, aspetti artistici, economici, giuridici, archeologici etc.

Il nome deriva da "nomos" (in greco "legge"), in latino "nummus". Dal primitivo uso del bestiame (lat. "pecus") derivano pecunia e peculio e dai "capi" di bestiame (lat. "capita") la parola "capitale". Il nome "moneta" deriva dall'essere la prima zecca romana presso il tempio (a Roma, nel Campidoglio) di Giunone "Moneta".

Le prime monete liguri (IV sec.A.C.) sono le ben note imitazioni delle monete marsigliesi (massaliote) ritrovate nel 1923 in comune di Serra Riccò (loc. Niusci) durante i lavori per la ferrovia Genova - Casella, in buon argento e in due tagli, le "dramme" e gli "oboli". Le dramme del tipo ligure vennero poi coniate in tutta l'Italia Settentrionale.

Circolarono certo in Liguria monete cartaginesi, sia puniche vere e proprie che siculo-puniche e sardo-puniche.

Dopo la sofferta conquista romana, troviamo in Liguria monete romane repubblicane (vittoriati e denari d'argento, assi di bronzo etc.).

Importanti sono per noi le monete di Pertinace, l'unico ligure che divenne (per soli tre mesi) imperatore nel 193 D.C.

Invasioni barbariche: da ricordare le monete longobarde anche d'oro (come i tremissi) dei tempi di Rotari (636 - 641) certo note in Liguria e - più tardi - le monete d'oro bizantine (bisanti, iperperi etc.).

Da ricordare le monete di piombo coniate a Luni nel VII sec. D.C. a cura dei vescovi lunensi, vere e proprie monete liguri.

Ebbero poi corso in Liguria le monete arabe (i "dirhem" d'oro da 3,5 gr.) a larghissima diffusione nel Mediterraneo dette anche Marabottini e Massamutini e, per quanto riguarda le monete spicciole, i denari (detti anche "brunetti") coniati a Pavia per conto dell'autorità imperiale, intorno all'anno 1000 e successivi, secondo il basilare sistema carolingio (1 libbra d'argento da circa 400 gr. = 20 soldi = 240 denari).

Nel 1138 il Comune di Genova batte finalmente moneta propria, il denaro, dopo la concessione di tale privilegio da parte di Corrado II di Svevia, Re dei Romani, per intervento determinante di Caffaro membro della delegazione genovese inviata a Norimberga da Corrado. Soggetto: al diritto il notissimo castello a tre torri, al rovescio la croce. Moneta battuta per 200 anni.

Esistono anche il mezzo denaro e il grosso di buon argento sia da 4 che da 6 denari. Poco dopo il 1200 compaiono le monete d'oro: il soldo d'oro (gr.0,42), la quartarola da 4 soldi e il genovino (da 8 soldi) dello stesso peso (gr. 3,5) e d'oro puro, base della circolazione monetaria mediterranea assieme al fiorino di Firenze e allo zecchino di Venezia.

Seguono (1252) altre monete, d'oro e d'argento, con la leggenda CIVITAS IANVA anziché la primitiva IANVA.

Da notare anche monete dette petachine o sesini, da 1/2 soldo, altre monete (dopo il 1280) con la leggenda IANVA QVAM DEVS PROTEGAT, e infine, monete di chiaro segno "politico", con l'aquila imperiale ghibellina o il leoncino guelfo, oltre ad una (unico esemplare noto) moneta d'argento, detta "aquilino" pare coniata (1330 circa) dai fuorusciti ghibellini genovesi rifugiatisi a Savona.

 


Ultimo aggiornamento Ago.2005

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