Piccole piccole

Queste fotografie rappresentano particolari molto piccoli di vari oggetti, la misura di 1 mm a lato delle foto non è proprio precisa, ma è comunque circa 1 mm.

Qualche spiegazione:

* Le foto dei pixel sono un ingrandimento di quello che si vede su uno schermo di un computer o di un telefono (RGB significa Red, Green, Blue, le combinazioni delle intensità dei tre colori fondamentali forniscono una buona quantità di sfumature)
* Le due foto dei microsolchi mostrano quello che c’è sulla superficie dei vinile (che una volta si chiamava disco o 33 giri o 45 giri) il solco, irregolare come si vede, scorre sotto la puntina e la fa vibrare, queste vibrazioni vengono amplificate e sentiamo i suoni. Si vedono anche le righe e i granelli di polvere sulla superficie maltrattata nel tempo.
* Molto interessanti sono le banconote che nascondono particolari veramente piccoli tentando di mettere in difficoltà i falsari. Ci sono scritte nascoste nei disegni con caratteri alti 0,2mm, qualcuna più grande negli ologrammi che cambiano colore a seconda dell’inclinazione della luce.
* Il retino della quadricromia (in pratica la stampa delle foto sui libri) è affascinante per come riesce a riprodurre le immagini, quattro serie di file di puntini dei colori Cyan, Magenta, Yellow e blacK diversamente inclinati e di differenti dimensioni riescono a formare le immagini su carta.
* La EPROM 2716 è stato uno dei primi chip di memoria semipermanente, questo è del 1986, ma i primi sono stati prodotti nel 1977. Ho fotografato questo perché i chip attuali hanno dei componenti così piccoli che si riescono a vedere solo con il microscopio elettronico. Questa foto è stata fatta attraverso una finestrella di quarzo trasparente che protegge il circuito e permette di cancellare quello che è stato memorizzato con i raggi ultravioletti.

 

Attrezzatura

Mi piace giocare con gli attrezzi e mi piace usare materiali comuni che messi insieme diventano qualcosa di non comune.
Ho usato una slitta per macro, tre obiettivi di una cinepresa 8 mm Canon di circa 60 anni fa, un tubo di plastica, un tappo da corpo macchina, legni e squadretta di ferro per fare un supporto.

sistema per macro micro completo
Sistema montato, Sony a6000 su slitta Neewer Macro Rail Slider che permette la messa a fuoco.

Mettendo tutto insieme è uscito un sistema con obiettivo da 13 mm montato invertito su un tubo di prolunga di plastica nera, che si infila nel tappo del corpo macchina. La fotocamera si fissa alla slitta e la slitta al supporto di legno.

Tubo prolunga con obiettivo 13mm inverso
L’obiettivo da 13mm è montato sul tubo di prolunga che è fissato a un tappo a baionetta di tipo E Sony. Le fascette di plastica servono a facilitare il movimento della ghiera di messa a fuoco e di quella dei diaframmi.

Sul tubo di prolunga nella foto è montato un obiettivo di focale 13mm, ma si possono usare anche altri come il 38mm e il 6,5mm. Con il 38mm il soggetto deve stare più lontano e quindi si amplia il campo inquadrato, con il 6,5mm il campo si restringe e quindi si ottiene un ingrandimento maggiore. 

obiettivi Canon C8 da 38mm e da 6,5mm
Due obiettivi di tipo Canon C8 per cinepresa analogica 8mm Canon Cine Eight 8-T (1956) che possono essere inseriti nel tubo di prolunga. Le focale sono 38mm (sinistra) e 6,5mm (destra)

E’ necessaria anche una illuminazione per il soggetto, un flash permette di usare tempi di scatto veloci per limitare le vibrazioni.
Saltando i particolari, usando l’obiettivo da 13mm il sistema ottiene circa 16 ingrandimenti sul sensore (16 x, quando un obiettivo macro fa normalmente 1 x). La profondità di campo quasi non esiste, le vibrazioni eccome se ci sono, niente automatismi, ma basta un po’ di pazienza. Con un vero sistema da fotografia al microscopio sarebbero venute meglio, ma ogni tanto mi accontento.