File JPG

Le fotografie digitali sono in genere memorizzate in formato JPG, in modo che occupino meno spazio sulle schede di memoria SD, sugli hard disc, sui server in rete.

Il JPG o JPEG (Joint Photographic Experts Group) è un formato con perdita, cioè per risparmiare spazio perde qualche informazione rispetto alla foto originale. La riduzione di spazio o compressione è regolabile a seconda delle necessità. In questa pagina vengono mostrati gli effetti della compressione sulla qualità dell’immagine e la dimensione dell’immagine compressa come percentuale dell’originale.

Il formato originale non compresso si chiama BMP (Bit MaP), ogni pixel può assumere circa 16 milioni di colori diversi ed è rappresentato da 3 Byte (3 x 8 bit). Attualmente questo formato non è quasi mai usato, ma serve come riferimento quando si pensa a una immagine fatta come una grande tabella di pixel.
Una foto di definizione media nel 2022, da 12 megapixel (12.000.000 di pixel cioè 4000 px x 3000 px) occupa in formato BMP circa 36.000.000 di Byte cioè circa 36 Mega Byte (il circa è dovuto al fatto che nel file di immagine ci sono anche altre informazioni e che 1 Mega Byte = 1.048.576 Byte). Una trentina di foto riempirebbero una scheda da 1 Giga Byte (1 Giga = 1.073.741.824).

Esistono anche tecniche di compressione delle immagini meno efficaci del JPG ma senza perdita, come il formato PNG (Portable Network Graphics) che si basa sull’algoritmo Lempel-Ziv, quello dei file zip, rispetto ai BMP è richiesto un lavoro per l’esecuzione della compressione e della decompressione quando si visualizza l’immagine. Gli algoritmi del PNG e del JPG sono stati ottimizzati e il lavoro necessario è più che compensato dal vantaggio ottenuto col risparmio di dati.  

me_600px_png me_300px_png
Per riuscire a vedere più facilmente i pixel si parte da una foto originale BMP 600 x 600px   (0,3 Mega pixel), 16 milioni di colori, 1.080.054 byte. In realtà questa immagine è un file di tipo PNG (compressione senza perdita), identica alla BMP ma che pesa solo 569.757 byte, circa metà del BMP per non appesantire troppo la pagina. Stessa foto originale BMP ulteriormente ridotta a 300 x 300px (0,09 Mega pixel), 16 milioni di colori, 270.054 byte. Anche qui il file è un PNG che pesa 137.231 byte

 

me_300px_jpg_80
qualità 80/100
me_300px_jpg_80_400x
Foto memorizzata in formato JPG 300 x 300px con qualità 80/100, il numero dei colori è ridotto a 26797, il peso è 17.320 byte, cioè il 6,5% del BMP. Particolare ingrandito 4 volte della foto a sinistra, non si vede quasi la differenza, si vedono meglio i singoli pixel.

 

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qualità 60/100
me_300px_jpg_60_400x
Foto memorizzata in formato JPG 300 x 300px con qualità 60/100, il numero dei colori è ridotto a 26789, il peso è 10.973 byte, cioè il 4% del BMP. Particolare ingrandito 4 volte della foto a sinistra, si vede qualche differenza rispetto all’originale nelle zone che dovrebbero avere maggiore dettaglio.

 

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qualità 40/100
me_300px_jpg_40_400x
Foto memorizzata in formato JPG 300 x 300px con qualità 40/100, il numero dei colori è ridotto a 25924, il peso è 7.985 byte, cioè il 3% del BMP. Particolare ingrandito 4 volte della foto a sinistra, le differenze aumentano e si vedono dei quadrati di 8 x 8 pixel che cercano di rappresentare il dettaglio dell’immagine originale.

 

me_300px_jpg_10
qualità 10/100
me_300px_jpg_10_400x
Foto memorizzata in formato JPG 300 x 300px con qualità 10/100, il numero dei colori è ridotto a 11581, il peso è 2.769 byte, cioè l’1% del BMP. Le differenze aumentano e si vedono chiaramente i quadratini che cercano di rappresentare il dettaglio con le tipiche strutture di sfumatura, righe sfumate, scacchiere…

 

me_300px_jpg_4
qualità 4/100
me_300px_jpg_4_400x
Foto memorizzata in formato JPG 300 x 300px con qualità 4/100, il numero dei colori è ridotto a 2554, il peso è 1.396 byte, cioè lo 0,5% del BMP. L’immagine ora è radicalmente diversa anche se vagamente riconoscibile, si vedono i quadratini con strutture più semplici delle precedenti e con un numero di colori nettamente ridotto.

 

me_300px_jpg_2
qualità 2/100
me_300px_jpg_1_400x
Foto memorizzata in formato JPG 300 x 300px con qualità 2/100, il numero dei colori è ridotto a 1173, il peso è 1.134 byte, cioè lo 0,4% del BMP. L’immagine ora è appena riconoscibile solo se vista da lontano, si vedono dei quadratini di colore uniforme e altri con semplici strutture sfumate.

Nelle fotocamere la scelta della qualità dei file JPG è limitata a Fine e Standard (bassa e alta compressione). Nel software di elaborazione delle immagini la scelta è molto più ampia come si è visto nelle immagini precedenti. Una buona scelta di definizione e qualità dell’immagine permette un notevole risparmio di dati quando si condividono o allegano le foto.

L’algoritmo alla base della compressione JPG è stato studiato dal 1985 e standardizzato nel 1992. E’ una tecnica eccellente che usa la matematica (in particolare la Discrete Cosine Transform) e le caratteristiche della percezione visiva per limitare la quantità di dati che servono a memorizzare e trasmettere le immagini fotografiche (le zone con pochi dettagli sono più semplificate rispetto a quelle con particolari fini). 
Dal JPG derivano altri formati usati in fotografia come l’HEIF che può contenere più immagini che permettono brevi animazioni e che migliora ulteriormente le caratteristiche di compressione del JPG. Anche i formati di memorizzazione dei video derivano dai principi base del JPG.

Il formato RAW fornito dalle fotocamere o dagli smartphone di livello medio alto è simile al BMP cioè senza perdita, comprende anche informazioni sulla fotocamera e sulle condizioni dello scatto. Contiene anche un’immagine JPG della foto a bassa risoluzione usata per l’anteprima. Dal formato RAW il fotografo può ottenere foto di alta qualità scegliendo le elaborazioni più opportune, evitando le perdite introdotte nella memorizzazione JPG. Il software interno alla fotocamera, quando produce il JPG corregge anche alcuni difetti dell’hardware, per esempio compensando alcune distorsioni caratteristiche di particolari obiettivi. Chi usa il RAW deve occuparsi anche di questo lavoro. Il formato RAW non è standardizzato per cui ogni produttore di fotocamere può introdurre le proprie caratteristiche che il fotografo con il software di elaborazione dovrà considerare.

Una buona trattazione del formato JPG si trova nella pagina di Wikipedia (EN) JPEG. La pagina di Wikipedia (IT) JPEG fornisce una trattazione più limitata.

Informazioni sul formato RAW si trovano su Wikipedia (IT) Raw (fotografia)

 

Questo sito web è gratis

Naturalmente non si paga un biglietto per vedere questo sito web ma non è gratis, come tutto del resto.

Ho usato un’estensione di Firefox che si chiama Carbonalyzer che misura il consumo energetico dell’attività in internet di un utente.

Considera il consumo dei Data center attraverso i quali i dati passano, delle infrastrutture di rete, del dispositivo usato per vedere il sito. Naturalmente il risultato è un stima che dipende dalla posizione geografica dell’utente, dalla quantità di dati scaricati (misura precisa), dal dispositivo usato (è una media tra uno smartphone, un notebook e un PC), dal tempo di consultazione.

Ho aperto tutte le pagine di questo sito con tutte le fotografie (al 03dic2021) ma non ho letto i testi e non ho osservato le foto; chi guarda le foto e legge i testi userà il suo dispositivo per più tempo consumando più energia, ma gli altri consumi saranno uguali.

Ecco parte dei risultati forniti da Carbonalyzer:

consumo_visita_sito_mjfoto_03dic2021

Malware nelle fotocamere

Una fotocamera digitale è un piccolo computer specializzato per fare foto, i malware infettano i computer, quindi il malware può infettare la fotocamera.

E’ stato provato, un ransomware (malware che cripta o comunque rende inutilizzabili i file, cioè le foto che sono sulla scheda a meno che non si paghi un riscatto) può entrare in una fotocamera nel momento che si collega via WiFi o Bluetooth a un telefono o a un PC o comunque a un altro sistema sfruttando una vulnerabilità. Attraverso questo collegamento può essere modificato il firmware (in pratica il sistema operativo) della fotocamera. Non ho mai sentito di un antivirus per fotocamere per ora.

Chi fa le foto con lo smartphone ovviamente sa che il suo telefono può essere abbastanza facilmente oggetto di attacco hacker.

(fonte Check Point Research)

Overtech

Overtech o tecnologia esagerata si potrebbe chiamare la generale tendenza dei prodotti attuali che funzionano su base elettronica-informatica. Quasi tutti hanno dentro un microprocessore che riceve in ingresso informazioni da sensori vari e pulsanti di comando o touch screen e dà in uscita movimento, suoni, immagini… quello che ci serve insomma. Dentro il microprocessore c’è il software che organizza il funzionamento. Progettare e realizzare il software costa, è un cosa complicata ma quando è stato fatto, il costruttore può copiarlo gratis in tutti gli oggetti hardware di quel tipo che vengono prodotti.

Dato un certo hardware con i suoi limiti fisici, il software lo comanda per ottenere i vari funzionamenti. E’ facile aggiungere funzioni complicando il software, costa poco. Una fotocamera digitale è un esempio: un obiettivo in genere zoom comandato elettricamente (e anche manualmente), un sensore che cattura l’immagine, uno schermino in cui vediamo immagini e menu di scelta, una scheda di memoria, sistemi di collegamento con l’esterno: cavi, wireless, bluetooth, pulsanti e manopole e una batteria per l’energia. Ci possono essere naturalmente altre cose. Si vuole scattare una foto ogni tre secondi? la stessa foto normale più chiara e più scura? mettere a fuoco automaticamente gli occhi del soggetto? basta aggiungere funzioni software che danno sequenze di comandi all’hardware.

E vai con l’aggiungere funzioni una, due, tre più delle altre marche o del modello che costa un po’ meno. Niente di male tranne che chi usa la fotocamera si trova di fronte a menu di scelta complicati e non sempre ben organizzati. A volte quando cerchi la funzione ottima per la foto che vuoi fare, quando l’hai impostata, la foto se ne è andata e se devi anche cambiare obiettivo per avere l’ottima inquadratura tutto è perso.

Allora cosa si fa? si mette la funzione AUTO che c’è anche nelle macchine più raffinate (tanto una funzione in più non si nega a nessuno) e basta un click sul pulsante di scatto per fare la foto, un po’ anonima ma non persa.

Questa mia opinione un po’ luddista è discutibile naturalmente. Certe funzioni automatizzate permettono risultati impensabili con le vecchie tecniche. Un fotografo impara, tra una grande scelta, le funzioni che gli servono frequentemente. Ci sono pulsanti personalizzabili cui assegnare le funzioni preferite che si attivano così con un solo tocco. Ci sono fotografi molto veloci, anche nel muoversi tra i menu…

Il discorso è complicato forse continuerà.

Accumulare la luce

Una caratteristica tecnica interessante della fotografia è quella di poter accumulare la luce. I nostri occhi vedono se c’è abbastanza luce e sotto un certo livello non vediamo nulla, certo se aspettiamo un po’ gli occhi si adattano ma non più di tanto.

Se aumentiamo il tempo di esposizione di una foto, l’effetto della poca luce si accumula (sia sul sensore elettronico sia sulla pellicola analogica) e nella foto riusciamo a vedere cosa c’è in quello che percepiamo come buio.

In pratica il sensore forma l’immagine trasformando in segnali elettrici l’energia luminosa; la stessa quantità di energia si può ottenere con potenza forte (luce intensa) e tempi brevi o con potenza piccola (luce bassa) e tempi lunghi.

Nella fotografa astronomica ad esempio, la lunga esposizione del cielo stellato ci permette di vedere stelle debolissime invisibili ad occhio nudo.

Le esposizioni lunghe tendono ad aumentare il rumore nella foto, cioè la presenza di punti di colore casuale.

Anche il mosso, il dipingere con la luce, le scie notturne dei fari delle automobili sono legati all’accumulo di luce. 

 

Manuale – Automatico

Automatico è comodo, manuale si fa fatica
Automatico è scelto benissimo da qualcun altro, manuale è pieno di errori personali
Qualcuno dice che il bello sono gli errori, qualche altro che il bello è come lo vuole lui
Con l’automatico ti dimentichi di un sacco di cose e se ti manca ti accorgi che sei diventato pigro.