Overtech

Overtech o tecnologia esagerata si potrebbe chiamare la generale tendenza dei prodotti attuali che funzionano su base elettronica-informatica. Quasi tutti hanno dentro un microprocessore che riceve in ingresso informazioni da sensori vari e pulsanti di comando o touch screen e dà in uscita movimento, suoni, immagini… quello che ci serve insomma. Dentro il microprocessore c’è il software che organizza il funzionamento. Progettare e realizzare il software costa, è un cosa complicata ma quando è stato fatto, il costruttore può copiarlo gratis in tutti gli oggetti hardware di quel tipo che vengono prodotti.

Dato un certo hardware con i suoi limiti fisici, il software lo comanda per ottenere i vari funzionamenti. E’ facile aggiungere funzioni complicando il software, costa poco. Una fotocamera digitale è un esempio: un obiettivo in genere zoom comandato elettricamente (e anche manualmente), un sensore che cattura l’immagine, uno schermino in cui vediamo immagini e menu di scelta, una scheda di memoria, sistemi di collegamento con l’esterno: cavi, wireless, bluetooth, pulsanti e manopole e una batteria per l’energia. Ci possono essere naturalmente altre cose. Si vuole scattare una foto ogni tre secondi? la stessa foto normale più chiara e più scura? mettere a fuoco automaticamente gli occhi del soggetto? basta aggiungere funzioni software che danno sequenze di comandi all’hardware.

E vai con l’aggiungere funzioni una, due, tre più delle altre marche o del modello che costa un po’ meno. Niente di male tranne che chi usa la fotocamera si trova di fronte a menu di scelta complicati e non sempre ben organizzati. A volte quando cerchi la funzione ottima per la foto che vuoi fare, quando l’hai impostata, la foto se ne è andata e se devi anche cambiare obiettivo per avere l’ottima inquadratura tutto è perso.

Allora cosa si fa? si mette la funzione AUTO che c’è anche nelle macchine più raffinate (tanto una funzione in più non si nega a nessuno) e basta un click sul pulsante di scatto per fare la foto, un po’ anonima ma non persa.

Questa mia opinione un po’ luddista è discutibile naturalmente. Certe funzioni automatizzate permettono risultati impensabili con le vecchie tecniche. Un fotografo impara, tra una grande scelta, le funzioni che gli servono frequentemente. Ci sono pulsanti personalizzabili cui assegnare le funzioni preferite che si attivano così con un solo tocco. Ci sono fotografi molto veloci, anche nel muoversi tra i menu…

Il discorso è complicato forse continuerà.

Accumulare la luce

Una caratteristica tecnica interessante della fotografia è quella di poter accumulare la luce. I nostri occhi vedono se c’è abbastanza luce e sotto un certo livello non vediamo nulla, certo se aspettiamo un po’ gli occhi si adattano ma non più di tanto.

Se aumentiamo il tempo di esposizione di una foto, l’effetto della poca luce si accumula (sia sul sensore elettronico sia sulla pellicola analogica) e nella foto riusciamo a vedere cosa c’è in quello che percepiamo come buio.

In pratica il sensore forma l’immagine trasformando in segnali elettrici l’energia luminosa; la stessa quantità di energia si può ottenere con potenza forte (luce intensa) e tempi brevi o con potenza piccola (luce bassa) e tempi lunghi.

Nella fotografa astronomica ad esempio, la lunga esposizione del cielo stellato ci permette di vedere stelle debolissime invisibili ad occhio nudo.

Le esposizioni lunghe tendono ad aumentare il rumore nella foto, cioè la presenza di punti di colore casuale.

Anche il mosso, il dipingere con la luce, le scie notturne dei fari delle automobili sono legati all’accumulo di luce.