Una caratteristica tecnica interessante della fotografia è quella di poter accumulare la luce. I nostri occhi vedono se c’è abbastanza luce e sotto un certo livello non vediamo nulla, certo se aspettiamo un po’ gli occhi si adattano ma non più di tanto.
Se aumentiamo il tempo di esposizione di una foto, l’effetto della poca luce si accumula (sia sul sensore elettronico sia sulla pellicola analogica) e nella foto riusciamo a vedere cosa c’è in quello che percepiamo come buio.
In pratica il sensore forma l’immagine trasformando in segnali elettrici l’energia luminosa; la stessa quantità di energia si può ottenere con potenza forte (luce intensa) e tempi brevi o con potenza piccola (luce bassa) e tempi lunghi.
Nella fotografa astronomica ad esempio, la lunga esposizione del cielo stellato ci permette di vedere stelle debolissime invisibili ad occhio nudo.
Le esposizioni lunghe tendono ad aumentare il rumore nella foto, cioè la presenza di punti di colore casuale.
Anche il mosso, il dipingere con la luce, le scie notturne dei fari delle automobili sono legati all’accumulo di luce.