Nella società della informazione dove si sente tutto e il contrario di tutto, selezioniamo ciò che ci arriva non solo in base ai nostri gusti ma spesso in base a ciò che conferma le nostre convinzioni. E’ la via più facile, che evita dubbi e faticose crisi. E’ così che si radicano teorie anche strampalate, troviamo in rete delle conferme e ci rassicuriamo di essere nel giusto. Anche chi cerca di ragionare sulle cose in tempi difficili trova un sollievo quando sente qualcuno che conferma i suoi pensieri, si sente un po’ meno “fuori dal mondo”.
Se escludiamo i fotografi professionisti, i soggetti scelti da chi fa foto tendono ad allinearsi in questa ricerca di conferme.
I tramonti sono belli, cielo e nuvole di colori caldi, un momento della giornata in cui si è fatto quel che andava fatto e ci si può prendere una pausa e guardare il cielo (guardare l’alba e l’aurora è già più complicato: sveglia, traffico, orario, impegni di lavoro…)
I gattini sono belli, grandi occhi, espressione curiosa, una certa aria indipendente che li rende non faticosi da accudire; quasi tutti d’accordo.
Il cibo, necessità e anche oggetto di culto, occasione di socialità non telematica, consolazione relativamente facile rispetto ad altre esigenze che possono essere frustrate da altri o dalle proprie condizioni fisiche, preparazione, disposizione, ammirazione e consumazione (e magari tentazione per chi è in sovrappeso), tutti aspetti rappresentabili come per una installazione artistica.
Monti, campagne, spiagge, boschi e ruscelli sono belli, desiderio di evasione dalle città, dalla folla, dal traffico, dai parcheggi, dalle code, dal rumore…
Fiori, uccellini, daini, scoiattoli sono la natura amica innocua, rasserenante; tutti d’accordo.
Insetti, rettili, topi sono la natura sfuggente e fastidiosa; tutti d’accordo nell’ignorarli se possibile.
Soggetti etnici tranquilli, sorrisi sdentati, vestiti, accessori, mercati… un po’ come a molti piace vedere animali allo zoo, basta che se ne stiano nei loro recinti o meglio nelle gabbie; la curiosità senza rischi e senza contatto che molti praticano.
Amici, parenti, figli, fidanzate e fidanzati, nel passato si portavano le foto nel portafogli, ora nello smartphone; tutti hanno bisogno di queste foto, tutti d’accordo.
Conformismo, in pratica, la sicurezza di essere conformi: se mi piacciono le cose che piacciono a molti, vado bene.
Si possono allargare le prospettive e spaziare nell’originalità, invece del sottilmente sprezzante “Tutti i gusti sono gusti” possiamo tranquillamente pensare “Tutti i gusti sono giusti”.
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